e fummo scagliati
lontanissimo
da quel principio
...e fu vita.
A poco a poco rallentammo
la nostra fuga e
i gas da cui eravamo avvolti
ci fecero da madre
che pianse per noi tante lacrime,
in queste ci muovevamo
come antenati
e da questo liquido
raggiungemmo lidi più secchi
dove espandere la nostra sostanza
come emigranti in cerca di fortuna.
E la fortuna la trovammo
su rocce solide dove diventare erbe
se era possibile e ringraziammo
il sole che ci benediva.
Alcuni di noi si trasformarono
in animali sempre più grandi
sempre più crudeli perché
avevamo paura,
paura degli altri uguali a noi,
il nostro specchio
che ci faceva vedere l'anima.
Che cos'era questa luce bianca
che avevamo dentro?
Luce che ci faceva gustare le delizie,
che ci guidava se disorientati,
che restava dopo la morte
a mostrarci il ritorno ai primordi.
Autore:Ivana Tata @tutti i diritti riservati lg.633/1941
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