tra i rami secchi dell'inverno
questa mia essenza di sapienza
antica, melanconica, morta,
che non risponde ai canoni
di una arte di vivere facile.
Tutto si riprende l'amore mancato
e la memoria resta sola a piangere.
Il calicanto espande il suo profumo
per fuggire e vincere l'inverno
e così mi consiglia. Non c'è
ragione per offrirmi come agnello,
eppure non so districare
questa amarezza dai suoi rovi e
l'uccellino, imbrigliato nella rete,
non può alzarsi in volo rapido.
La luce che entra nella caverna
dove riposa la mia azione è poca
e spesso vi scende un fiato gelido
a bloccare le mie mani rugose.
Striscia come un felino pronto
all'assalto il peccato della mia
anima e la ghermisce ancora.
Autore: Ivana Tata @tutti i diritti riservati
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