stavo navigando verso il mare dell'irrealtà.
Non avevo più ritegno, avevo bevuto alla
fonte dell'esaltazione delle cattive libertà
e con il vento in poppa abbracciavo la notte
ed essa mi avvolgeva in una nebbia d'oblio
e in essa mi perdevo con languore abbandonata.
Miseri giorni squlibrati, di rovina, di fallimento,
ero seduta su una bara e il requiem mi annientava.
Ho sognato questa storia di malasorte
e al risveglio ho veduto una vita uguale.
Autore: Ivana Tata @tutti i diritti riservati
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