erbe selvatiche e qualche fiore giallo,
l'acqua va senza pensiero
incontro alle rane che, più in là,
saltano nei fossi allagati.
Lo sferragliare di un treno lontano,
spaventa l'uccello che si abbevera,
e l'unico essere animato resto io.
I miei passi mi hanno portato
fin qua per sciogliermi
dal ricordo che mi dorme dentro.
Il ricordo di un'altra estate
più festosa e fragrante,
che, muta, più non mi parla.
Parla, invece. la sera che cala
e mi esorta a lasciare le morte
illusioni al vento che soffia
tra le alte cime dei pioppi.
Zefiro estivo porta in un
luogo lontano questo mesto canto
e queste mie lacrime raccogli
in una pagina scritta
e traduci per me il suo significato,
perché io non so il valore del tormento.
Autore: Ivana Tata @tutti i diritti riservati
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